sabato 6 aprile 2013

Che roba cool

Passando in rassegna tutto quello che ho scritto fino ad oggi, non ho potuto non notare una cosa: mi sono lamentata piuttosto spesso. Ebbene sì mi sono lagnata a momenti alterni, mettendo l'accento sulle mie tragicomiche esperienze quotidiane. Vista così, l'esperienza della maternità pare un gran sbattimento. E' quindi per risollevare gli spiriti che mi accingo a scrivere quello che sto per scrivere.
C'è da dire che la tendenza al lamento è attitudine diffusa e che tenere un diario serve anche come valvola di sfogo. Ma c'è anche da dire che ultimamente mi sono fermata a pensare che, sì questo bebito mi piace da matti, e mi piace passare del tempo con lui. Ma va? direte voi. Bé, sappiate che un conto è dirlo, un conto è sentirlo per davvero.


Mi è capitato giusto l'altro giorno di origliare una conversazione. Noi tre eravamo in Italia, al bar, di corsa come sempre nelle nostre fugaci visite italiche. Era il lunedì di Pasqua e sull'uscire dal bar il mio compagno butta lì un "buona grigliata" e lo fa con un tono di voce assolutamente neutro. La barista, invece, coglie delle sofferenza e ridendo gli fa il verso, solo usando un tono più mogio; poi non contenta dice "avete sentito come l'ha detto?". Non so se si è capito ma credo che il senso della sua battuta fosse "adesso hanno un figlio e hanno finito di divertirsi". Il fatto che qualcuno si sia messo a ridere (e qualcun'altro abbia aggiunto "hai voluto la bicicletta...) la dice lunga sulla diffusa percezione della genitorialità. Figli = rottura di palle, nella stragrande maggioranza dei casi.
Ora, a parte che noi il bebito ce lo portiamo altro che alle grigliate, se ci va, a parte che stavamo per correre per andare a prendere il treno, in tutto ciò mi viene un po' da ridere (e non solo per le mie superantenne sempre alzate). Perché io con il bebito mi ci diverto. Chiaro, alle volte è dura e la ricerca di un equilibrio continua imperterrita. Ma andare a lavorare non è dura? Avere una relazione di coppia non lo è? E praticare un'attività sportiva? Insomma, gente, vivere a volte è difficile. Vivere con un figlio a volte è difficile per due...ma a volte è difficile diviso due.

Credo, comunque, che la diffusa mentalità (diffusa in particolare in terre latine) "bambini = rotture che noi gggiovani non vogliamo" sia in parte dovuta alla parziale ghettizzazione dell'infanzia, o meglio alla mancata mescolanza tra mondo degli adulti e mondo dei bambini. Quando si ha un bambino, infatti, si riduce drasticamente la propria vita sociale, spesso perché i posti in precedenza frequentati risultano improvvisamente off-limits per gli individui più bassi di un metro. Con questo non voglio dire che sarebbe bello portare la creatura in discoteca (lungi da me!), ma non capisco per quale motivo debba risultare tanto strano portare un bebé ad una grigliata di Pasquetta, anche se i grigliatori non hanno intenzione di abbeverarsi a Fanta e Gazzosa e anche se potrebbe partire qualche goliardata tra amici. C'è una mentalità diffusa secondo la quale la creatura si può portare solo in caso di festicciuole analcoliche, con festoni colorati e tutti nonni presenti con macchina fotografica alla mano. E c'è anche un'idea comune (questa poi quasi tutta latina) che parifica il "mettere su famiglia " con il "mettere la testa a posto" e di conseguenza con lo smettere di divertirsi.

Quando ancora non ero mamma ricordo bene che fui invitata una sera a cena a casa di una famiglia con un bambino di circa tre anni. A questa cena nonostante fossero presenti circa dieci adulti ed un solo bambino, finimmo tutti per fare un noiosissimo gioco di società per intrattenere la creatura. Della serie il nanetto ci teneva tutti in pugno. Me ne sono andata pensando "eh, che palle!".
Ecco, credo che in questo caso sia venuto a mancare quel sano equilibrio tra mondo degli adulti e mondo dei bambini, che risulta arricchente per entrambe le categorie. Equilibrio che si può formare solo ed esclusivamente se le due categorie trovano occasioni per frequentarsi.

Ma stavo scrivendo questo post per risollevare gli spiriti e per dirvi che avere un bebito al seguito spesso è cosa divertente e che, in generale, sono fiera di noi, in quanto genitori piuttosto "sportivi" (con ampissimi margini di miglioramento, eh! Ma ogni tanto bisogna darsi qualche pacca sulla spalla, no?).
Insomma tutto sto giro di parole per affermare che avere un bebito è parecchio cool, alla facciazza di quelli che credono che i bambini siano un rompimento di palle. E che sono una gran privilegiata a poter passare molto tempo con lui.
Bisogna dire che a questo scopo il vivere qui, in quella che io chiamo la terra delle zucche, è un valido aiuto. In questa terra nordica i bambini sono culturalmente molto più integrati nella vita quotidiana ed è quindi culturalmente più normale essere dei giovani che si divertono e al contempo anche dei genitori. Un altro "aiuto" credo sia stato l'essere qui da soli, senza parenti al seguito. Di questa situazione mi sono lamentata mica male, anche perché spesso è dura non poter lasciare il bebito nemmeno per un'oretta. D'altra parte, però, questo ci ha costretti a fare tutto con lui, a continuare a vivere con un bambino e non nonostante un bambino.
Chiaro a qualcosa abbiamo rinunciato, ad esempio alle uscite serali, ma questo per il momento non ci provoca chissà quali patemi. Ogni volta che si cambia la propria situazione a qualcosa si rinuncia...ma qualcosa si guadagna. 
Vabbé dai, ve lo ridico, va. Essere genitori è parecchio cool. Cool con qualche sbattimento, ovviamente.

4 commenti:

  1. Anche noi abbiamo eliminato uscite notturne, mi par normale, ma non quelle serali almeno quando c'era solo la Belva, poi con l'inverno e l'arrivo del Vitellino abbiamo accantonate anche quelle, ma con l'arrivo del bel tempo si ricomincia!!!!
    E poi bisogna anche dire che con i nani al seguito si possono fare un sacco di cose senza essere presi per scemi, tipo divertirsi al parco giochi e nelle giostrine :))
    Voglio poi spezzare una lancia a favore di un paese latino per eccellenza: la Spagna. Lì le politiche familiari sono decisamente migliori e soprattutto nel sud ogni bar o ristorante ha almeno un giochino per i bimbi e non è strano nemmeno vedere i genitori a feste notturne e/o alcoliche con bimbi al seguito...insomma mi sa che solo l'Italia è messa male in questo senso...come al solito del resto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti il mio "terre latine" era più riferito alle terre italiche. Ma volevo essere politicamente corretta!! :-) Comunque...credo che tu abbia centrato "il fatto": è bello vedere i bar e ristoranti un angolino per i più piccoli, anche se il bar o il ristorante non è specificatamente un posto "per bambini". E in Italia (o anche in Ticino) di posti così ne ho trovati veramente pochissimi.... purtroppo!

      Elimina
  2. IO come sempre parlo senza figli...però ho un paio di nipoti e un occhio osservatore. Ho capito abbastanza bene che cosa vuoi esprimere in questo post, ma non credo sia una questione di Italia, credo sia una questione di mentalità e maturità e soprattutto circostanze. tre esempi:
    Qui in Inghilterra di giochini nei ristoranti ce ne sono molti (e io al ristorante ci lavoro), ma quando la sala è piena di bambini di cui alcuni alquanto rumorosi, vi assicuro che la cosa è pesante da reggere, anche come cameriere. Quindi spesso la gente vuole andare fuori e godersi una serata senza dover sentire un bambino che piange disperato - che oltre a farmi incazzare mi fa pure pena. Secondo punto: l'altro giorno ero in Peak district e ho trovato alloggio in un bellissimo bed and breackfast 4 stelle;con mia grande meraviglia ho notato sulla porta, tra il cartellino di trip advisor e quello "approvato da lonleyplanet", una traghetta con su scritto: no children under 12. Bambini non ammessi in un b&b nella vecchia inghilterra. Let's go on. Mio fratello maggiore e famiglia vivono in spagna. Un giorno io e mio fratello più piccolo veniamo incaricati di fare i baby sitter e passiamo la giornata col nipotino di 1 anno e mezzo. Passeggiamo un po', ma alle 4 è ora di merenda e quindi cerchiamo un bar dove scaldare il latte e sederci un po al caldo (si perchè in spagna non è che ci siano sempre 30 gradi). Ve lo giuro su Dio che abbiamo girato per oltre un'ora in almeno 3 quartieri di Barcellona senza riuscire a trovare un bar non fumatori. Oltre un'ora.
    Questo per spezzare lance in favore del mio paese, l'Italia. Perchè non è il luogo, ma è come ci comportiamo noi. SU tutto il resto, cara Pilcher, sono d'accordo con te. Alcolizziamoli sti bbambini! (era questo il punto, no?)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il punto era proprio quello, cara mia!
      Comunque...capisco che a volte è bello godersi delle serate in pace e senza bambini. Tant'è che credo ci sia un limite alla questione: è bello fino a quando tutti si divertono. Se poi ci si deve ritrovare con delle povere creature stanchissime e che rompono a tutti quanti, perché vorrebbero essere a casa a dormire...bé allora meglio di no. Però credo che nel nord Europa ci sia un pochettino di sensibilità in più...e più si va a nord più easy diventa (e più il clima diventa uno schifo, ma questa è tutt'altra questione). Ad esempio nei paesi scandinavi è normale vedere dei bambini all'università o a delle feste di "adulti", e siccome i bambini sono abiutati a rapportarsi con i grandi, si possono portare dietro senza farsi tanti problemi... Poi per carità l'inventore del baby parking con le palline...è svedese...

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...