lunedì 22 aprile 2013

L'atroce dubbio


Questi ultimi giorni non sono stati tanto facili. Febbre, varicella, stanchezza, notti insonni e poi ancora il lavoro, la casa, le cose.

Ed è proprio negli ultimi giorni che si è insinuato in me “l’atroce dubbio”, quello che ti fa pensare che hai sbagliato tutto, che stai sbagliando tutto, che è tutto un casino e tu ne sei responsabile. L’atroce dubbio è una gran brutta cosa, perché ti toglie anche quel poco sonno che ti è rimasto. L’atroce dubbio ti fa sentire una fallita totale e ti fa anche venire la luna di traverso.

Com'è arrivato, l'atroce dubbio?

C’è da dire che la varicella del bebito, l’ha reso un tantino esigente. E il suo esigente significa tetta, tetta, tetta e ancora tetta. Perché è così, quando il bebito non sta bene, si attacca alla mamma con tutte le forze rimaste e nello specifico ciuccia come un disperato di giorno come di notte. Il che è giusto, per carità; con febbre alta e pustole l’unico alimento completo e commestibile resta il latte (nello specifico quello della mamma). Il problema è che la mamma deve darci dentro con la produzione e siccome è umana a volte fa un po’ fatica. E siccome è umana ad un certo punto non ce la fa più.

E’ successo quindi che io mi sia posta la fatidica domanda: fino a quando hai intenzione di andare avanti? Il bebito avrà presto un anno. Un anno di allattamento a richiesta. E poi?
La fatidica domanda me l’hanno posta in tanti, ovviamente. La mia risposta è sempre stata: fino a quando lui lo vorrà. Dopodiché ho sempre ricordato quello che consiglia l’Organizzazione mondiale della sanità: allattamento esclusivo per sei mesi e complementare per almeno due anni.

Nel concreto però le mie certezze hanno vacillato. E l’hanno fatto perché mi sono chiesta, per la primissima volta, se il bebito non si stesse approfittando di me e della mia disponibilità. Insomma in parole povere se non l’avessi viziato e reso dipendente dalla tetta. Ed io se non stessi fallendo come madre.
Ahhhhh sacrilegio per una proselitrice del maternage come me!
Eppure la stanchezza gioca anche di questi scherzi.

Da manuale, infatti, nell’allattamento a richiesta, la richiesta dovrebbe diminuire progressivamente fino a sparire. Nella realtà, invece, tale richiesta è altalenante: ci sono giorni o settimane in cui la tetta è relativamente poco interessante e giorni o settimane dove non si fa altro che allattare. Ed è per questo che ti chiedi “ forse non dovrei assecondare ogni sua richiesta, forse dovrei imparare a dire no, a distanziare le poppate, altrimenti…”.

E qui confesso che l’atroce dubbio si è inserito dentro di me anche per un altro motivo.
Ho visto per la prima volta un paio di puntate di SOS Tata. E adesso lapidatemi, vi prego!
E’ che tutti (tutti chi, poi?) ne parlano di questo programma e io non l’avevo mai visto! La curiosità mi ha assalita e in questo mondo mediatico e globale basta andare su youtube per trovare tutto quello che si vuole. Anche delle puntate intere di SOS Tata. Maledette.

L’esperienza SOS Tata mi ha allucinata. Punto primo come sono vestite le tate…ma vabbé questo non c’entra. Punto secondo cosa mangiano? Anche perché due su tre sono in palese sovrappeso….ma anche questo non c’entra.
Punto terzo le situazioni che presentano sono veramente da panico.
Nello specifico una delle due puntate mi ha parecchio scioccata (in realtà entrambe, ma ve ne racconterò solo una). Una famigliola, due figli un maschio e una femmina, una casetta. Il maschio di circa 3 anni iper coccolato, la femmina di neanche un anno, iper ignorata. La mamma che è talmente stanca e stressata che non riesce a portar fuori i due bambini insieme perché il figlio grande fa delle scene isteriche per ogni bazzecola. E le scene isteriche comportano tuffo sul marciapiede, sgambettamento violento, urla lancinanti…insomma il classico “capriccio” ma in versione hardcore. E lei ha il terrore che si butti sotto un’auto o roba simile.

Così la simpatica tata le consiglia di metterlo al guinzaglio. Si signori, avete capito bene; legano la creatura a un guinzaglio per bambini e vanno al parco a fare un giro. Naturalmente le scene isteriche non si contano, ma tutto sommato ce la fanno.
Non contenta, la Signora tata, propone alla famiglia di portare fuori i bambini da soli, cioè prima solo con la mamma e poi solo con il papà.
La mamma va per prima: cerca di far camminare il bambino al guinzaglio, questo si butta a terra, si rotola, lei non sa più che fare, si guarda in giro sperduta e piena di vergogna, asseconda ogni sua richiesta eppure lui continua sempre di più, sempre di più.
Il padre lo porta a mangiare il gelato e lui perché vuole una cosa che non ottiene immediatamente, si ributta in terra in mezzo alla strada, fa il matto totale e alla fine il padre (che ha la faccia dell’uomo più triste del mondo) lo alza di peso con il guinzaglio e lo butta su una panchina. Il bambino si piscia nei pantaloni per lo spavento.
Insomma praticamente un horror. Adesso, per favore, non andate su youtube a cercare la puntata perché siete curiosi come delle scimmie, sappiate che nuoce gravemente alla salute.

Naturalmente il giudizio della tata è che la mamma in questione ha sbagliato tutto: ha assecondato il bambino in ogni sua richiesta, gli ha trasmesso tutte le sue ansie, lo ha trattato come un “bebé” troppo a lungo, l’ha tenuto nel letto.

E così, nei fumi della varicella, mi sono immaginata questa scena: sono alla Migros a fare la spesa, ad un certo punto mi si avvicina il bebito, mi tira la giacca e mi dice “mamma, tetta!”. E io gli dico “amore, dai siamo qui davanti al banco formaggi…magari dopo” e lui inizia a piagnucolare “ mammaaaaa, la tettaaaaaaaa!” e io “amore dai, non vorrai mica farmi tirar fuori le tette qui alla Migros, proprio davanti ai latticini” . Ma lui non vuole sentir ragioni e quindi si butta in terra, sputa, rotola, scalpita, grida. Io muoio di vergogna e alla fine mi apparto tra gli yougurt e caccio fuori la tetta, contemporaneamente compongo fiduciosa il numero dell’esorcista.
E poi anche questa: sono invitata ad un matrimonio, sono tutta in ghingheri con quel vestitino a fiori corto corto, appena comprato. Accesso alla tetta impossibile, a costo di rimanere in mutande o meglio, in collant.
Il bebito sta giocando tranquillo, ma ad un certo punto mi corre incontro e mi dice “mamma, tetta!” e io “amore, no dai adesso no, non riesco nemmeno a tirarla fuori”. E quindi stessa scena come sopra.

Sommate la richiesta megagalattica del bebito, la mia stanchezza e i miei incubi televisivi e avrete fatto l’atroce dubbio.
In più, nemmeno a farlo apposta, sabato sera è venuta un’amica a cena.
Il bebito era ancora un pochino malaticcio, ma tutto sommato stava bene, allegro e simpatico come sempre. Ad una cert’ora da segni di stanchezza e io lo porto a letto. E lì ci rimango per tutta la sera, perché lui non ha nessunissima intenzione di dormire. Quindi ascolto le conversazioni che si fanno di là mentre io sono lì inchiodata al letto, senza scampo. Verso mezzanotte la mia amica si affaccia alla camera per salutarmi. Ecco la mia soirée. Ed è lì che mi dico: forse stai creando un mostro. Tant'è che prima di andar via lei mi dice “ forse è abituato troppo bene”.

Come è andata a finire?

Tranquilli sono ancora io. E’andata a finire che ne ho parlato con il mio compagno il quale mi ha ricordato che non bisogna mai, mai ma proprio mai prendere per buone le verità della televisione. Tanto per cominciare.

E poi ci abbiamo pensato su. Fino ad oggi il bebito è stato allattato a richiesta e in ogni dove (mentre camminavo per strada, in seggiovia, in treno e in tram, al bar durante l'aperitivo o ad un funerale) ha dormito con noi. L'abbiamo ascoltato, ci siamo fidati. Non ho mai pesato un cibo, rispettato un orario: ha sempre mangiato quanto voleva mangiare, ciucciato quanto voleva ciucciare, dormito quando e quanto voleva dormire.
Cosa abbiamo ottenuto?
Un bambino simpatico e sorridente che sa stare in mezzo alla gente, che mangia di tutto, che si diverte anche senza la mamma o il papà. Un bambino che basta un'occhiatina per intendercela e mi bastano cinque minuti per capire cos'ha. Un bambino che è riuscito a farsi 16 ore di treno in tre giorni, senza battere ciglio che riesce a stare seduto al tavolo di un ristorante per ore.
Ora non voglio fare la “core di mamma, oh quanto è bravo il mio bambino” ma bisogna riconoscere le cose come stanno. Poi, per carità, non si addormenta da solo, dopo un po' che non gli si da attenzione si stufa, quando mangia combina un casino e a volte è ingestibile e io non posso far altro che stargli dietro. Ma santoiddio...è un bambino! Ci mancava pure che facesse il gatto di porcellana. O no?

Poi sono andata a rileggermi il mio simpatico manuale “l'Arte dell'allatamento materno” giusto per rinfrescarmi un po' la memoria e ritrovare un po' di sostegno nelle mitiche donne della Leache League.

Le mie certezze hanno vacillato, è vero. E sono proprio questi momenti di insicurezza che alla fine rafforzano le nostre convinzioni. Perché quando ci si chiede “starò facendo la cosa giusta” può capitare che la risposta sia “sì, stai facendo la cosa giusta”.
E quindi le mie idee sono risorte dalle ceneri, come l'araba fenice. E ora sono più forti che mai.
Io vado avanti, dritto per dritto.
p.s. E poi potrà pure capitare che un dì il bebito mi chiederà la tetta sgambettando per terra. In fondo nessuno è perfetto. Io ieri ho tirato dietro un pezzo di pane secco al mio moroso, perché mi aveva fatto una battuta poco simpatica. No, per esempio.

8 commenti:

  1. Ecco dovresti leggere uno dei miei ultimi post...ho pensato addirittura al latte artificiale...
    Però tu sei più brava, io allattamento fino ai due anni proprio no! Un anno, un anno e mezzo al massimo perchè sono egoista e dopo due gravidanze e due allattamenti senza sosta, voglio riavere indietro un po' il mio corpo!

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    1. L'ho letto! E non sai come ti capisco. Anche perché l'atroce dubbio continua ad attanagliarmi...però mi sa che ora sto prendendo in considerazione "la sana via di mezzo". Però credo che con i bambini, ogni cosa entri a far parte di una "fase". Quindi speriamo che questo sia proprio una di queste fasi!

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    2. La sana via di mezzo è sempre la cosa migliore ;)

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  2. Ciao CaVa, allora, ebbene sì, te lo dico, arrivano a 20 mesi che ovunque siate, si butta per terra in lacrime e ti chiede la tetta: però ho anche notato che il mio lo fa alla fine -non so-di un'ora in cui gli ho dato poca retta per varie ed eventuali impellenze.

    Se invece lui sente che io ci sono, ci sono davvero e lo ascolto e gli dó retta, arriva fino a sera senza provare a spogliarmi.

    A 20 mesi sono perfettamente in grado di capire come ristabilire il contatto se per caso ce lo siamo perse per strada, quindi prevenire è sempre la cosa migliore, anche se difficile. A me chiede tetta mentre guido, allora gli dico "TI CANTO UNA CANZONE!" e lui mi fa SIIIIIIIIIIII e ho cantato per 2 h e mezza e lui si dimentica davvero della tetta. Lo stesso succede se il padre lo coinvolge in qualcosa di divertente, tipo lo porta a fare un giro in bicicletta, vedi come si dimentica di me.
    Non è che vogliono sempre la tetta, spesso vogliono attenzione (che noi diamo, ma evidentemente non basta). Riconosco però che a volte la tetta è davvero magica, se il mio adesso fosse già svezzato totalmente dovrei inventarmi un altro sistema per farlo addormentare...ci hai pensato? non è che togli la tetta e poi dorme da solo e ciao....come faremo?

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    1. Ciao Cavissima (dici così perché sei nella villa con piscina, vero?).
      Comunque...grazie per i tuoi consigli da allattatrice navigata. Che poi magari si smette prima dei due anni...chissà (magari dopo, chissà). Sta di fatti che hai ragionissima, lo noto anch'io già adesso che la richiesta della tetta è spesso correlata con una mia momentanea mancanza di attenzioni. E comunque, sì la tetta è magica e a volte vediamo sempre le cose dal lato sbagliato, ovvero sembra che le nostre scelte siano lì a complicarci la vita, mentre in realtà non abbiamo idea di come la vita potrebbe essere complicata se tali scelte non fossero state fatte...

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  3. ...questo è il dilemma.... nn ci conosciamo ma grazie rosi mamma mi hai fatto ridere a crepapelle!
    comunque ti capisco, io con il mio primo a 11 mesi ho dovuto mettere dei paletti e cercare soluzioni per farlo dormire da solo (stava attaccato ore e si agitava senza riuscire a prender sonno) non ci stavo più dentro e ne andava del nostro rapporto, mi stavano cedendo i nervi... se vuoi ne riparliamo anche d i estevill e alternative valide...ci sto pensando per il mio secondo che come il primo s'addormenta solo con la tetta... buona continuazione e complimenti per il blog paola mamma

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    1. Cara Paola, che bello averti qui :-) E che bello (insomma tra virgolette) condividere gioie e dolori quotidiani della nostra vista mammesca. Qui al momento il problema è più relativo alla notte...nel senso che di notte potrebbe ciucciare senza limiti, mentre di giorno ci va molto più tranquillo. Una cosa però la dobbiamo dire: in fondo allattare è bello, anche se faticoso. E anche se qualche avremmo voglia di dare la testa al muro...ma non so se questo centri con l'allattamento. Tu, comunque ne hai due...caspiterina. Grazie per i complimenti :-) Un caro salutino

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  4. Ciao, capito qui un po' per caso. Condivido e comprendo tutto quello che hai scritto, io sono mamma di due bimbe una di 5 e una di 2 anni. Le ho allattate entrambe, a richiesta la prima fino a 14 mesi la seconda fino a 11 mesi. Ogni bimbo ha il suo carattere la prima per esempio fino ad un anno non mangiava quasi nulla e la tetta era la sua salvezza sia di giorno che di notte poi quasi da un giorno all'altro ha iniziato a gradire il cibo e la tetta era solo il suo ciuccio notturno. Ammetto che sono stata io che di notte a un certo punto non ce la facevo più e ho smesso ma sono riuscita a farla addormentare solo con la ninna nanna. La seconda, indole opposta, fin da sei mesi ha iniziato a mangiare come un lupo e con lei è stato tutto più veloce e farla addormentare da sola già a sette mesi è stato facile. Tutto questo per dire che ogni bimbo è diverso e anche ogni mamma è diversa, poi dipende da noi come ci si pone e quanta disponibilità anche di tempo abbiamo. Sia per il fatto che ci si assenta x lavoro sia perché, nel mio caso, quando sei da sola e nei hai due da mettere a letto devi x forza stabilire una routine che non duri due ore x ciascuno. Ps: SOS tata veramente le detesto. a presto!

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