venerdì 17 agosto 2012

Piano piano

E' chiaro che quando si ha un figlio alcune cose che cambiano. Ci sono cose che semplicemente  scompaiono, altre che appaiono e altre che vengono riassestate.
Una di queste è la quotidianità.
Quando il bambino è proprio appena, appena nato, si è talmente assorbite che tutto il resto non conta: il centro dell'universo è la nuova creatura e non te ne frega niente di crearti una nuova "normalità".
Poi piano, piano il tempo passa e piano, piano l'esigenza di nuovi equilibri si fa sempre più forte.
A quel punto si cercano nuovi spazi, si cerca di fare delle cose, si cerca di fare altro che non sia occuparsi della creatura. Si cerca di vivere insieme a lui.
E vi assicuro che non è facile.
Naturalmente il problema principale, penserete voi, è che avere un figlio ci impedisce di fare certe cose.
In realtà, secondo me, con un bambino si possono fare tante cose. Il problema è riuscire a farle con spensieratezza. In pratica è un po' come andare in giro con un vaso Ming, si sta sempre con il pensiero che è una cosa fragile che se va in mille pezzi è un grosso guaio. Ecco.

In questi ultimi giorni, però, ho preso a morsi la normalità.
Il mio compagno, e diversi amici, hanno tenuto uno stand gastronomico ad una festa molto famosa qui a Berna. Per tutta la durata del Festival io e il bebito abbiamo bazzicato qua e là, spensierati. Io ho mangiato, ascoltato musica, annusato l'aria estiva, incontrato amici e lui...anche. Il bebito ha smesso di dormire di colpo nella fascia e ha iniziato a guardarsi in giro interessato, tenendo la testolina il più "fuori" possibile (e guai a coprirlo). L'ho cambiato su una panchina, allattato un po' ovunque, sono uscita di casa alle tre del pomeriggio (dicendomi oggi resto fuori un'oretta) e sono rientrata alle undici di sera.
E poi qualche giorno dopo siamo andati tutti e tre in gita. Abbiamo "scalato" la collina bernese più famosa (il Gurten) e la scalata è stata la mia prima impresa "sportiva" da un bel po' di tempo a questa parte (se escludiamo il parto, naturalmente). Abbiamo steso una coperta e mangiato tutti e tre in mezzo ad un prato il panino con la frittata fatta dal papà.
E' stato bello. E' stato spensierato. Piano piano la normalità arriva.

2 commenti:

  1. Che bello questo post! Mi ci voleva per tirarmi un po' su il morale, siamo appena rientrati dalle vacanze con i suoceri... una tragedia (o quasi), sono nervosa e più stanca di prima, mai più una cosa del genere!!! Che poi mi hanno anche fatto innervosire la bimba, che nervi :-(

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    1. Oh noooooo! Che palle le vacanze tragedia! (a volte sono peggio che andare a lavorare). E i bimbi sono i primi ad innervosirsi in certe situazioni. Dai, dai...che magari tra poco vi (tu e la popa!) fate un giretto da queste parti per una minivacanzina (appena avremo una casa un pochino più grande!). Un bacio!

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