domenica 5 agosto 2012

Tutti insieme appassionatamente


La nanna, ovvero: il problemone numero uno di ogni neogenitore.
Come mi sembra di aver già detto, capita spesso che mi venga posta la fatidica domanda: "dorme di notte?".
Ebbene il bebito di notte dorme. Con noi. E nessuno ha ancora perso una notte di sonno. 

Fare dormire un bambino nel lettone, pensate un po', ha persino un nome tecnico: co-sleeping, che in italiano si può definire "sonno condiviso".
Il sonno condiviso non è che sia una gran novità. In molte culture (al di fuori della nostra) dormire con i bambini è la normalità e nella nostra cultura questo era normale fino a qualche tempo fa.
Poi, ad un certo punto, tutti hanno "guadagnato" la loro cameretta e i bambini hanno dovuto imparare a dormire da soli. 
Quindi avere il proprio bimbo nel "lettone" non è considerata una buona cosa;  anzi spesso è la soluzione, temporanea, adottata da genitori esausti di bambini noiosi e un po' manipolatori (a sentir loro!).

Noi invece abbiamo scelto, consapevolmente, di fare dormire il nostro bebé nel nostro letto. Anzi il nostro letto è anche il suo letto.
Il tutto è iniziato nella clinica dove ho partorito: per quanto il bebito fosse posizionato nella mia stanza in una culletta a fianco al letto, non ne voleva sapere di dormire la notte e io, naturalmente, ero esausta. Quindi su consiglio delle ostetriche l'ho messo nel letto con me. E abbiamo dormito entrambi. Mi è sembrato di aver scoperto l'uovo di Colombo, la "soluzione" perfetta ai "problemi" di sonno dei bebé e mi sono chiesta perché tutti non facessero così.
Poi alla prima visita pediatrica, sono sorti dei dubbi. Il medico mi ha chiesto severo "dove dorme il bambino?" e io ho risposto tranquillamente "dorme con noi"... e lui non l'ha mica presa bene. Mi ha tirato un filippica sul fatto che dormire con un bebé oltre a non essere sano (perché poi prende il vizio e  non te lo scolli più) è anche pericoloso (rischi di surriscaldarlo e di schiacciarlo). Timidamente ho ribattuto "ma altrimenti non dorme nessuno!" e il medico mi ha dato il consiglio del secolo "deve fargli capire chi comanda". 
Ecco...a parte il fatto che è evidente che ho un medico poco incline al maternage, è chiaro che mi sono fatta qualche problema, perché è molto ma molto semplice mettere in crisi una neomadre.

Ho dato però ragione al mio istinto. E ho letto molto. Leggendo, mi sono resa conto che dormire con i propri piccoli non è niente di strano e non è nemmeno strano che "funzioni". Semplicemente è quello che fanno tutti i mammiferi. Conseguentemente il problema dello schiacciamento (se i genitori non sono ubriachi o drogati!) non esiste: la natura ha voluto che la mamma non schiacci il suo bambino.
Devo ringraziare principalmente due libri: "E se poi prende il vizio" di Alessandra Bortolotti e "Genitori di giorno e di notte" di William Sears.
In particolare il secondo libro, scritto William Sears che tra l'altro è un pediatra, è incentrato sul sonno condiviso con tanto di consigli sul perché e sul come dormire con i bambini.
Se vi interessa, naturalmente vi consiglio di leggerlo. Nel frattempo vi do qualche dritta.

Dormire insieme, perché?

I neonati e le mamme dormono meglio
Potrà sembrarvi incredibile ma pare sia proprio così. Il sonno del neonato (che è molto diverso da quello di un adulto) viene regolarizzato dalla presenza di un genitore. Inoltre tra mamma e bambino avviene quella che viene chiamata "sincronizzazione del sonno". Pare fantascienza, detto così, ma vi assicuro che è vero. Di notte, quando io mi sveglio, dopo qualche secondo inizia a svegliarsi anche lui. All'inizio pensavo fosse una coincidenza poi ho letto che le nostre fasi del sonno funzionano secondo gli stessi cicli.  Ebbene la natura ha pensato anche a questo: quando il bambino si sveglia la mamma non è mai nel pieno del sonno e conseguentemente non si incavola come una bestia per essere stata svegliata e non si sveglia esausta la mattina.

Allattare è facile
Credo sia molto chiaro: allattare girandosi semplicemente sul fianco è più semplice. Non è necessario alzarsi dal letto e andare in un altra stanza. Nel mio caso, come ho già detto, quando il bebito inizia a dare segni di risveglio, io sono già sveglia; quindi tiro fuori la tetta, gli avvicino il capezzolo, lui succhia che ha ancora gli occhi chiusi....e poi ci riaddormentiamo entrambi. Fino ad oggi, di notte non l'ho mai sentito piangere.

Si aumenta il legame
Dormendo con il bebé raramente si hanno problemi di legame madre-bambino. Ma la cosa sorprendente  è che anche i papà ne traggono vantaggio. E' chiaro che un papà, rispetto ad una mamma, ha un legame un tantino meno intimo con la creatura. Spesso poi il papà passa fuori tutta la giornata. Dormendo con il bebé equivale a stare con lui la notte, il che è un grande vantaggio se non si può stare con lui di giorno. E tra l'altro il mio compagno mi riferisce che non c'è cosa più bella che svegliarsi la mattina presto e vedere me e il bebito addormentati nel letto.

Perché è bello
Per chi non l'ha mai provato,forse è un po' difficile da capire. Ma dormire con il proprio bebé accanto è una cosa tenerissima. Una cosa tenerissima che fa per un periodo limitato di tempo...quindi ho intenzione di godermi questi momenti.

Detto tutto ciò è chiaro che i "detrattori" diranno che il bebito dormirà con noi fino all'età di 18 anni, buttandoci giù dal letto e uccidendo la nostra vita sessuale. In effetti è quello che all'inizio ho pensato anch'io.
Poi ci ho riflettuto un po' su e mi sono detta: dormire nel lettone è il sogno di ogni bambino. Anch'io da bambina l'ho fatto, ma sempre con un grande senso di colpa, sapendo che stavo facendo una cosa "sbagliata". Credo quindi che ogni bambino abbia bisogno di dormire con i genitori, almeno all'inizio. E credo anche che se un bisogno viene soddisfatto, ad un certo punto questo sparirà; se invece si continua a vedere il letto dei genitori come un luogo proibito e carico di charme...allora la voglia resterà molto al lungo.
Come per lo svezzamento dal seno ci sarà un momento in cui svezzeremo il bebito dal letto. Non so se fra due mesi o fra due anni. Lo faremo quando ci sembrerà il momento giusto. Nel frattempo andiamo avanti con le nostre notti tranquille.

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