domenica 8 settembre 2013

Di ritorno

Le vacanze son finite. E' settembre, piove grosso così, mi sono rimessa le calze e sto giusto pensando che mi serve una nuova giacca invernale. Occhei, forse sto esagerando. Però è sempre meglio organizzarsi preventivamente, piuttosto che farsi trovare impreparati (Eh! Qui potrebbe nevicare da un momento all'altro, siamo a Berna).

Detto questo...son tornata! Ebbene la mia parziale “pausa internet” è terminata. Davvero. Devo dire, però, che ci voleva proprio. L'estate è fatta per stare all'aperto e anche il computer ha bisogno di prendersi qualche giorno libero, no?

Durante la mia assenza son successe tante cose. Tra queste:

- Ho avuto l'occasione di prendere parte, per la prima volta, alla festa del quartiere, del nostro quartiere molto multiculturale (anzi “multiculti” come si dice qui). E' stato bello. Avere sotto casa (ma proprio sotto, sotto) il mercatino delle pulci, bancarelle, cibo da ogni parte del mondo e musica fino all'una di notte, è una cosa che mi ha fatto sentire bene. Talmente bene che anch'io mi sono messa in attività: vendendo cupcakes. Sì lo so i cupcakes sono di moda e per niente “multiculti”. Però mi son venuti bene e tra l'altro ne ho venduti quasi cento. Tutti a teen agers impazzite, per altro. Quasi quasi lancio un'attività. Davvero.


- Abbiamo partecipato ad un'altra festa, questa volta molto ma molto “svizzera”, con luganighe cucinate sulla piazza federale. Avete capito bene. E io son pure vegetariana, per dire. Però c'è da dire che siam tipi avventurosi.

- Ho scoperto fatti sconcertanti sul vicinato. Non posso dirvi di più. Perdonatemi. Sono una ragazza di paese: carpisco il pettegolezzo ma so bene come e quando condividerlo.

- Ho colto le more in giardino e ho fatto la mia prima marmellata. Sono molto fiera, ve lo dico.
- Ho avuto la mastite. Dopo quasi sedici mesi di allattamento mi è venuta la mastite. Non ci potevo credere. Come è successo? Ebbene una notte il bebito ha ciucciato come se fosse l'ultima cosa da fare nella vita. Ha ciucciato disperatamente e continuativamente, strapazzando la povera qui presente mamma che il giorno dopo si è ritrovata a dormire sulla scrivania. Così, dopo il tettamento generale, sono andata ad una cena di lavoro. Credevo di restare fino alle nove e non di più (l'appuntamento era per le cinque e mezza!). Non avevo previsto, però, che la cena di lavoro fosse in un posto “madovecacchiosonfinita” fuori Berna, che per arrivarci bisognava prendere il treno (e fare tre chilometri a piedi) e che una volta là non era tanto semplice tornare a casa. Così son giunta all'ovile che era ormai mezzanotte, il bebito dormiva beatamente (Hurrà! Anche il papà ce la fa a metterlo a letto!) e io ho saltato la tetta della sera. Il giorno dopo mi sono alzata con un busto di marmo, ma mi son detta: “vabbé il bebito ciuccia e poi passa”. Durante il pomeriggio, nonostante le ciucciate, tutto è iniziato con una sensazione di “ossa rotte”, che sembrava fossi finita sotto una macchina schiacciasassi. Poi è arrivata la febbre alta, la tetta marmorea e i dolori in ogni dove. Bella esperienza, davvero.
Un'esperienza che mi ha fatto riflettere. Forse dovrei smettere di allattare. Forse no. Sono un po' in questa fase del “quasi, quasi smetto”, “quasi , quasi continuo”. Perché, vi dico la verità, questa mastite mi ha fatto venire un gran scoramento. Della serie “per una sera che mi allontano un po' ricevo questa punizione divina”. Come un cane che si strangola con la sua catena. E' una brutta immagine, lo so. Però mi è venuta in mente. E ogni tanto fa bene dirsi che anche l'allattamento non è mica tutto rose e fiori, sguardi complici e amore incondizionato. Ogni tanto è una gran rottura di maroni. Diciamocelo.

- Last but not least: il bebito ha mosso i suoi primi passi, in concomitanza con la mia mastite.
Ero lì, stesa sul letto, mezza moribonda. Lui è arrivato gattonando. Si è alzato, mi ha guardata. Io ho allungato le braccia e lui ha mosso i suoi primi tre passi verso di me. Il mio bebito cammina. Un piccolo passo per il bebito un grande passo per la nostra famiglia. C'è da dire che io pensavo che quando i bambini iniziavano a camminare, fossero in grado di farlo da subito. Per subito intendo che un bambino si alza in piedi cammina e poi va. Invece non è proprio, proprio così. Tant'è che il mio povero bebito sta misurando tutti gli angoli di casa. Con la testa. E vai di fiori di Bach.

Ebbene è con questo spirito che ci prepariamo ad affrontare l'autunno. Io son pronta. Anche se, a parte quella settimanella di vacanza a giugno, altre vacanze qui non se ne sono fatte. Però è andata bene così. Quando si sta a casa d'estate, vuol dire che si sta bene dove si sta. E questa sì che è una gran fortuna.

1 commento:

  1. ti ho scritto un commento stamattina ma non ha funzionato, colpa dell'iphone. dicevo "brutta storia" ma viber l'hai chiuso per sempre? Lu

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