lunedì 31 dicembre 2012

Buon anno, socialite!



Ci sono stati biglietti del treno da comprare, valigie da preparare, regali da incartare e da scartare, bigliettini da scrivere.
Ci sono stati abbondanti pranzi e cene, dolci e panettoni, amici da salutare e abbracciare.
E poi ci sono stati loro: i parenti. Tanti, tantissimi, infinitesimali, tutti così sorprendentemente diversi tra loro. Tutti entusiasti e impazienti di vedere lui, il bebito.
Ci sono stati zii, nonni, cugini (miei) e poi zii, nonni, cugini (suoi) e poi prozii, cugini di secondo e forse terzo grado. Ci sono state case da visitare: alcune calde, caldissime, altre fredde, freddissime, alcune degne del miglior Bauhaus altre che ci hanno catapultati direttamente negli anni ’40. Ci siamo sentiti dei venditori porta a porta o degli assidui bevitori di caffè.
Ci sono stati viaggi in treno e in auto, sballottamenti di qua e poi di là.
C’è stato anche un mio ritorno alle origini: niente computer, né cellulare per ben otto giorni. Non per scelta, ovviamente. Nel trambusto della preparazione dei bagagli ho pensato bene di lasciare il telefonino sul tavolo della cucina. Forse una dimenticanza freudiana. Approfitto comunque per scusarmi con parenti e amici che ci hanno visti apparire, scomparire, riapparire o che non ci hanno visiti mai. Ma credetemi, più di così non era fisicamente possibile, nell’era del non-teletrasporto.
E in tutto ciò c’è stato lui: il bebito. Povera creatura, penserete voi, portato in tutti i luoghi possibili, trascinato di casa in casa senza tregua, chissà quanto si sarà stancato.


Ebbene vi sbagliate perché abbiamo scoperto (o meglio ne abbiamo avuta conferma) di avere un adorabile “socialite” per casa. Mentre le nostre occhiaie si facevano più profonde e i mal di testa più penetranti, lui se la spassava alla grande.
C’è da dire che il bebito è veramente adorabile e non lo dico solo perché sono sua madre.
Con quel suo crapino pelato, i suoi due dentini sempre in mostra tra un sorriso e l’altro, le sue guance rotonde e paffute, le sue dita cicciottelle e sempre in movimento, con quel suo modo un po’ così di sbattere gli occhioni marroni e di tenderti le manine, con quella sua faccina concentrata, con quella sua linguetta fuori, con quei suoi versetti dall’aria così “sensata”…insomma è difficile resistergli.
E così di pranzo in cena, di casa in casa il bebito si è divertito. Ha mangiato di tutto e di più (dal fegato di coniglio, all’aragosta, alla pizza e alla polenta) è stato preso da innumerevoli braccia e spupazzato da innumerevoli mani il tutto con infinita gioia. Ha regalato il suo sorriso a due denti a tutti, ma proprio proprio a tutti: alla cameriera cinese del ristorante, alla coppia assonnata sul treno, alla signora sola in partenza alla stazione, alla badante della zia e al controllore. Ha ricevuto mille regali, che ha scrutato attentamente per poi divertirsi da matti con una bottiglia d’acqua semivuota, un foglio di giornale, un’arancia, un tovagliolo colorato. Ha sopportato l’infinito viaggio di ritorno (da porta a porta direi quasi 7 ore), con cambi, di treno, valigie giganti e passeggino, succhiando datteri e mandarini e ridendo agli altri passeggeri.
Ha prosciugato la mamma, perché quando non era in braccio a qualcuno era attaccato alla tetta, di giorno come di notte. Ma credo che tutte queste esperienze nuove, queste facce, questi cibi e questi luoghi abbiano bisogno di un aiuto extra per essere digeriti. E la tetta è il porto sicuro dove ripararsi.

E così ieri sera siamo tornati a casa, esausti. Mentre ero sul treno, pensavo al momento in cui mi sarei lanciata sul divano, bevendo un’amata tisana, nel rilassamento più totale, finalmente soli, noi tre.
Inutile dire che quel momento non è arrivato, perché il bebito si è sentito un tantino spaesato da tanto silenzio, tanto relax e tanta poca gente per casa. E così ha deciso di arrabbiarsi e di rimanere sveglio ad oltranza lanciando urli in varie tonalità. Per rendere l’idea ho beccato il mio compagno semidormiente sul divano con bebito sveglissimo e festante appresso.
E poi nottata difficile e stamattina al lavoro.

E oggi è l’ultimo giorno del 2012 e io nemmeno me ne sto rendendo conto che l'annus bebitis sta per finire. E stasera festeggeremo, noi tre soli.
Sempre che il bebito sia d’accordo.
Vi auguro un 2013 spumeggiante, da vivere tutto d'un fiato.
E grazie a tutti, parenti, amici, conoscenti, quelli che abbiamo incontrato e quelli che abbiamo solo pensato. E un augurio grande e speciale a quelli che mi leggono (e lo so che siete tanti). Grazie.
Che bello sapere che ci siete

6 commenti:

  1. Auguri e buon 2013 a voi!!!
    Un grosssssiiissssimo abbraccio!
    E, grazie a te per tenerci compagnia! :D

    Marta

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  2. Buon Buon Buon anno!!!!
    Ammazza che freddo che fa qua nel Nord Italia, quando siete stufi ricordatevi che in Spagna avete una casa! Quelli che invito si che sono sempre ben accetti (Se hai letto il mio post di ieri ^_^ )

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    Risposte
    1. Bella! Buon annissimo! Pensa un po' che se nel nord Italia fa freddo, qui siamo quasi nel nord della Svizzera. Ma teniamo duro. E occhio che arriviamo (ma certamente non prima di giugno ;-) Un bacio grande!

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  3. Ciao bella! Augurissimi anche a voi tre!!! Un abbraccio
    Monica

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    Risposte
    1. Augurissimi! Scusa la sparizione...ce la posso fare!
      Baaaaacioni e spero a presto!

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