venerdì 11 gennaio 2013

Le brave mamme


Quando è nato il bebito più di una persona mi ha posto una strana domanda:
“Hai amiche con figli neonati?”
Così ci ho riflettuto un po' e mi sono accorta di non avere, qui nelle vicinanze, amiche con figli piccoli (e per piccoli intendo che stiano ancora nel passeggino). E lì per lì mi sono resa conto che non era cosa buona.

Dovete sapere che esiste tutta una comunità di mamme. O meglio, diciamo che le varie neomamme hanno una tendenza innata al cercarsi e all'incontrarsi. Capita di vederle tutte insieme ai giardinetti intente a spingere allegramente passeggini la domenica pomeriggio. Capita di vederle sull'autobus che chiacchierano fra di loro, o al bar tra un cappuccino e un commento sul loro pupo.

Io, invece, non faccio parte di nessun club. E non conosco praticamente nessuno con cui parlare di culi rossi, notti insonni, cacche stellari e via di seguito. Non conosco nessun altra neomamma con cui passare i pomeriggi.


Così mi è capitato recentemente, in un modo alquanto rocambolesco, di conoscere una ragazza che ha più o meno la mia età e un bebé più o meno dell'età del bebito. Ci siamo viste per un thé, e abbiamo scoperto di essere due mamme molte simili: ad alto contatto, autosvezzanti, “fasciate” e via di questo passo. E tale mamma ci ha invitati ad un aperitivo-cena-festicciuola dicendomi “così potete conoscere tanti altri genitori”. Bingo! Mi sono detta, così finiamo di essere (quasi) soli in questo nuovo universo genitoriale e possiamo conoscere qualche altra famigliola cool, come lo siamo noi (dai, modestia a parte, naturalmente). Anche perché ricordo lucidamente una sera in cui dissi al mio compagno “forse dovremmo conoscere più gente con figli”. Perché? Perché a volte conoscere (quasi) solo persone senza figli può essere un po' frustrante: tu sei felice per le tue piccole cose quotidiane, per i progressi del bebito, per la tua nuova vita. Gli altri però intanto vanno al cinema, al ristorante, fanno aperitivi alcolici e a volte fanno anche cose pazze come fare molto, molto tardi.
Abbiamo quindi accettato volentieri l'offerta, e via che siamo andati all'aperitivo-cena-festicciuola per giovani genitori un po' freak.

Come è andata? Avete presente la festa delle medie? Si, esatto proprio quella: quella dove ti senti immancabilmente un po' fuori luogo e anche un po' sfigata, quella dove tutti ti guardano in maniera un po' stranina e tu ti chiedi se sto non hai proprio sbagliato il look. Ecco diciamo che mi sono sentita così...almeno il primo momento. Poi dopo un po' mi si è aperto un mondo di riflessioni.

Diciamo che a tale festicciuola c'era un numero non quantificabile di bambini. Alcuni piccolissimi, chiusi in fasce e marsupi ergonomici, altri più grandicelli che correvano gridando da tutte le parti. E poi ad un tavolone tutte loro: le brave mamme.
Le brave mamme si sono premurate immediatamente di farmi le domande di base:

Dove hai partorito? (risposta: “in clinica”, risposta alla risposta “io in casa”)
Allatti? (meno male che allatto altrimenti sarei stata espulsa dall'aula)
Lavori? (risposta: “sì ma solo mezza giornata”, risposta alla risposta “bé ma è tanto, io sto a casa! Almeno per i primi due anni dei bambini!”)
E poi via agli argomenti più interessanti dell'inverno 2012/13: quante cacche, cosa mangia, l'importanza educativa di non mandarli all'asilo nido, l'importanza educativa di mandarli all'asilo nido, l'arrivo del fratellino/della sorellina, “oh come sono brava sono proprio una mamma ecologica” eccetera, eccetera.
Ok, forse sono un po' acida. Ma sono uscita da lì con una voglia matta di abbonarmi a Cosmopolitan il che è tutto un dire. E siamo usciti di lì felici di avere tanti amici interessanti, senza figli ma con qualche problema esistenziale. E sono uscita da lì consapevole del fatto che non è affatto necessario conoscere altre mamme con cui parlare di merda ai giardinetti. Mi sento sollevata.
(Per dovere di cronaca devo dire che grazie ad internet ho stretto più di un'amicizia con altre giovani mamme favolose...e per il momento mi basta così!).

Mi domando e vi domando: perché quelli che in fondo sono un po' come noi riescono a rendersi tanto odiosi?

Perché, parliamoci chiaro, c'è tutto un modo di fare di questa genitorialità un po' natural, un po' eco e un po' bio che non è che risulti propriamente simpatica. E il fatto di includermi nella categoria e di scontrarmi frontalmente con quelli che un po' mi somigliano, mi stordisce alquanto.

E così mi sono detta: non è che alla fin fine comportandosi in questo modo un po' da “club dei bravi genitori” si finisce per chiudersi in una sorta di élite esclusiva? Un'élite che vive e si alimenta grazie al fatto che esistono persone che non ne fanno parte, al fatto che esistono genitori che lasciano piangere i bambini nel loro lettino, che non allattano, che festeggiano i compleanni da Macdonald e che non sanno nemmeno cosa sia il bio?
Non è che alla fine invece di cercare di proporre e di discutere di un modo diverso di essere genitori, si finisce per cantarsele e sonarsele, sviluppando indirettamente il dito indice della propria mano?
Ricordo, per esempio, che tempo fa mi ero iscritta ad un gruppo su internet per genitori “al naturale”, diciamo così. All'inizio, in tale forum, le discussioni mi apparivano come più o meno normali. Dopo un po' “il club” ha preso una pericolosa deriva, cose tipo: “ieri al supermercato ho visto una che comprava pacchi interi di merendine e le dava ai bambini” e tutte “oh no, che vergogna, dove andremo a finire” oppure “ieri ai giardinetti ho visto una mamma che si faceva gli affari suoi mentre il suo bambino piangeva nel passeggino” e di risposta “che scellerata, dove andremo a finire”. Fino all'apoteosi finale (che ha provocato la mia uscita dal gruppo): “l'altro giorno in spiaggia una tipa faceva il bagno mentre la sua bambina di pochi mesi dormiva sola sotto l'ombrellone” e di risposta “oh no, e se l'avessero rapita gli zingari?”.

Insomma questo modo di fare club, giudicando e scrutando gli altri mi da tremendamente i nervi. Come mi da i nervi il continuare a dirsi per infinite volte cose tipo “ieri ho allattato su una panchina e mi hanno guardata male” (Io ho cacciato la tetta infinite volte in infiniti posti diversi, se qualcuno mi ha guardata male, non lo so e francamente me-ne-stra-fotto).

Adesso chiudo e lo faccio citando liberamente De André:
Imputato, il dito più lungo della tua mano è il medio quello della mia è l'indice

Non so se di questo post si è capito qualcosa. Ma ci tenevo a scriverlo.Ecco.

2 commenti:

  1. Si è capito tutto perfettamente!
    E, ancora una volta, grande Rosy!!! :D
    Bacioni al bebito :)

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  2. Me la ricordo perfettamente quella discussione, poi cmq te ne sei perse altre che lasciamo perdere va....io a volte non dico niente per evitare il linciaggio, come dire pubblicamente (come hai letto nel mio blog) che io e il padre ci facevamo le canne la prima sera che il baby ha passato 3 ore con i nonni mentre noi per la prima volta eravamo ad una festa?

    Io credo che al di là delle etichette (natural /no natural/estevilliana etc) se uno fa le cose con la testa e con il cuore non ha bisogno di mettersi l'etichetta.
    Tutte le altre che hanno il bisogno di identificarsi in qualcosa, qualunque cosa che le porta addirittura a doversi riunire tra loro ad una festa (io ho molte amiche natural ma ti assicuro che se le vedo è senza babies altrimenti a che serve?) per sentirsi vive...bé, poverette.....

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