mercoledì 20 giugno 2012

Del parto naturale. Anzi del mio parto naturale


Le parteras in una foto di Danilo De Marco

La mia preparazione al parto è iniziata quando ero incinta di circa 12 settimane. Anzi...la mia prima idea di parto è nata molto, molto prima quando ancora ero una studentessa ben lontana dall'idea concreta di diventare madre. Uno dei miei primi lavori post universitari (e per lavori, intendo lavori "interessanti" quindi escludo le promozioni, il volantinaggio eccetera, eccetera) è stato quello di occuparmi della guardiania, dell'apertura e della chiusura di una mostra fotografica dal titolo "madri e co-madri sapienza ed arte", un'esposizione di Danilo De Marco che aveva come tema centrale le "parteras". Chi sono le parteras? sono levatrici andine, un po' ostetriche e un po' sciamane, che aiutano le donne a partorire nelle condizioni più estreme dell'alta montagna, operando tra i 2600 e i 4000 metri di altitudine. Sono donne che aiutano altre donne, con saperi antichi e rituali ormai perduti, seguendo le leggi della natura e  arrivando là dove possono arrivare, poiché molte donne andine e indigene partoriscono comunque senza nessuna assistenza.

Ecco, io sono rimasta per un bel po' di tempo a stretto contatto con queste parteras, o diciamo meglio con le loro fotografie. E lì è nata in me la mia idea di nascita e di parto e lì mi sono immaginata la mia esperienza di futura (e puramente teorica) partoriente. In più la mostra era accompagnata da un ciclo di conferenze, una delle quali "come nasce un bambino, come nasce un'opera d'arte" che ho seguito e trascritto, trattava ancora più da vicino la tematica della nascita non medicalizzata e senza violenza e del parto come massimo atto creativo.
Rimasi molto affascinata da queste tematiche e da questo modo di vedere e di trattare la nascita ed il parto, quindi mi dissi: il giorno che avrò un figlio lo voglio partorire in casa, senza medici, senza farmaci, senza violenza.
Poi anni dopo e il mio compagno abbiamo deciso di mettere al mondo un bambino. E quando sono rimasta incinta, sarà per la giostra ormonale, sarà che tra il dire e il fare..., ma sono stata colpita da quella che ho definito "l'ipocondria della gravida" ovvero moriremo-tutti-aiuto! E quindi ho pensato: sì alla nascita senza violenza ma a partorire in casa non me la sento proprio. Passate le prime 12 settimane di ansia (ebbene sì, l'inizio non è stato semplice) sono tornata in me. Devo dire che all'inizio la tematica "parto" non è che mi interessasse molto...c'era tutto un percorso da fare, e un passo per volta mi sembrava il modo più intelligente di agire. Dopodiché mi sono iscritta al corso di yoga per panzone, quando ancora ero una pancina, e al corso ho iniziato a riprendere contatto con la tematica "parto" in modo graduale e direi anche molto tranquillo. E quindi la decisione era presa: avrei avuto il mio parto naturale anche all'ospedale. C'é da dire che la clinica dove avrei partorito rappresentava una buona eccezione proponendo tutte le terapie alternative possibili e offrendo delle sale parto colorate e accoglienti, un ambiente decisamente tranquillo e molto più simile ad un albergo che a un ospedale. In più l'orientamento all'allattamento al seno era ottimo e direi quasi "integralista". Alla clinica ho fatto un bel po' di sedute di agopuntura per accorciare il travaglio e inoltre io e il mio compagno abbiamo seguito un corso di preparazione al parto molto "naturfreak", durante il quale mi sono pentita di non avere avuto il coraggio di organizzare il parto in casa.
Comunque...le premesse erano ottime.
Com'è andata? E' andata con un'induzione (passate le 41 settimane il tracciato era così, così e a niente sono serviti i miei pianti, le scale, l'olio di ricino, l'omeopatia, il sesso e l'agopuntura) con un travaglio dolorosissimo per una minima dilatazione, una peridurale (dopo otto ore di travaglio, due centimetri di dilatazione, parecchi globulini omeopatici, l'agopuntura eccetera eccetera,ho ceduto) e dulcis in fundo un cesareo d'urgenza (i battiti sono scesi pericolosamente, si è aspettato un po' ma poi si è giunti alla conclusione che il cesareo era l'unica via possibile in quel momento...momento concitato tra l'altro). Ecco. E' andata così. Delusa, forse un po'. Ma se devo essere sincera neanche tanto. E' andata così, sono tornata sulla terra. Ovviamente non rinnego le mie premesse...se dovessi avere un altro figlio ci riproverò, ma il mio parto mi ha ricordato che a volte, in posti lontani da questo, le donne muoiono e con loro muoiono anche i loro bambini. Muoiono perché non hanno accesso alle cure mediche, muoiono perché non hanno i mezzi per accedervi. E muoiono dopo enormi sofferenze, dopo ore interminabili di dolore. Morivano anche una volta, in tempi lontani da questo.
Io sarei morta, anzi noi saremmo morti. E invece siamo a questo mondo. Naturalmente questo non giustifica l'eccessiva medicalizzazione ma ogni cosa può essere fatta con consapevolezza, anche un cesareo d'urgenza, anche se è stato uno schock e anche se rappresenta una partenza difficile. Ma abbiamo avuto questo privilegio.
Per questo ho deciso di scrivere un po', di condividere qualche idea sul parto, sull'allattamento, sull'accudimento e sul maternage in generale. E lo faccio anche per sentirmi meno sola sia fisicamente (le giovani madri si confrontano spesso con questa realtà....noi mamme migranti ancora di più) che moralmente....in questo marasma di consigli, idee e chi più ne ha più ne metta. Spero di dare qualche spunto interessante nel piccolo crescendo della mia esperienza di neomadre. Un caro saluto! E un buon inizio!
Allego il link dove s può scaricare il pdf della conferenza "come nasce un bambino, come nasce un'opera d'arte"...www.organicoscenaartistica.ch/Forum_LaDonnaCrea_2007.pdf



4 commenti:

  1. Carissima Rosi, sono così contento per voi per la lieta nascita! Tante congratulazioni!
    Complimenti anche per il blog, continua così che i tuoi post sono bellissimi! :D
    Per quanto riguarda la nascita, sono sicuro che malgrado il cesareo il bimbo ha sentito che volevi solo il meglio per lui e per te e questo è la cosa davvero importante!
    Ti abbraccio con tanto affetto e spero di incrociarti con carrozzina appresso!
    L'ex compagno di teatrate,
    Marco

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    Risposte
    1. Grazie Marco!! Che bello sentirti! Ebbene sì, spero che sia proprio andata così.
      Spero anch'io di vederti presto...e magari di tornare a fare qualche teatrata (con marmocchino appresso!)
      Un caro saluto

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  2. Ciao! Io ho partorito in casa dopo una preparazione ad hoc e sai che ti dico? Che l'ostetrica non è arrivata in tempo e il mio bimbo è nato solo con me e il padre! Il giorno più bello per noi, fantastico! Poi è arrivata la dottoressa ci ha visitati, tutto perfetto! E si, pure io madre ad altissimo contatto, l'ho tenuto nella fascia di 5 metri per mesi, ora uso la monospalla, facciamo co-sleeping, autosvezzamento (ora ha 10 mesi) e vive praticamente nudo in giardino ^_^! E' una lotta a volte....mhhhhh inutile dire i commenti che arrivano però noi siamo veramente felici!
    Io sono sola qua in Spagna, cioè non ho la mia mamma e la mia famiglia qua, a volte è difficile comunicare in un'altra lingua...ma si fa...dopotutto l'ho scelto...

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    1. Che bella la tua esperienza di parto, anche se al mio compagno sarebbe venuto un colpo!
      Ma venire al mondo così è sicuramente meraviglioso, per tutta la famiglia e per quel che sarà.
      Mi rendo conto che le nostre scelte di maternage siano una lotta...io ho appena iniziato ma già ho le mie gatte da pelare Ma andiamo avanti senza paura! O almeno ci proviamo! Anch'io vivo "lontana" e ho qualche problemino di lingua e d'integrazione. Ho scoperto ora il tuo blog! E' super interessante...ora mi butto nella lettura, bebito permettendo! Un grande saluto!

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