lunedì 11 marzo 2013

I genitori genitori di Lucio Piermarini

Ed ecco qui una citazione, tratta dal libro di Lucio Piermarini "Io mi svezzo da solo". Sul libro e sui suoi contenuti riguardanti lo svezzamento tornerò presto. Quello che vi propongo qui è un passaggio che ho trovato semplice, esplicativo e interessante.
Un po' in dubbio sulla parte in cui parla dell'opportunismo del bambino. Ma è uno spunto interessante.

I genitori genitori di Lucio Piermarini

Normalizzando tutto il percorso che va dalla gravidanza alla nascita ed eliminando tutti gli stereotipi che si sono stratificati sopra l'immagine del neonato-lattante-bambino, senza pretendere di tornare nel paradiso terrestre, i genitori tornano a scoprire dentro di sé tutte quelle competenze che la natura ha dato loro per metterli in grado di accompagnare il proprio figlio lungo il cammino verso la maturità (...).
Le mamme, e i papà, sono felicissimi di spalmarsi addosso i figli, di farseli dormire vicino, di allattarli a richiesta, e di portarli a spasso con marsupi e fasce. Ne hanno piacere e vantaggio perché i bambini, sentendosi più sicuri, piangono meno e si costruiscono un'immagine del mondo serena. Li cercano e li coccolano gratis, prima ancora che il bambino ne faccia richiesta frignando.
Cercano di tenerseli vicino il più possibile e giocarci, compatibilimente con le sacrosante esigenze personali, perché sono una compagnia piacevole. Se devono limitarne la libertà d'azione per validi motivi, e non quindi per un vago principio, lo fanno serenamente, pur sapendo che il bambino piangerà. Lui non è in grado di valutare i suoi reali interessi ed è fortunato ad avere chi, non abdicando al suo ruolo perché rinunciatario o male informato, giudica responsabilmente per lui. La mamma sa di aver fatto sempre il massimo sostenibile, non vive complessi di colpa ed è certa di fare il bene di suo figlio. Se sta bene lei, stanno bene tutti e due. Se sta bene solo lui, lei sta male. Se sta male lei, non sta bene nessuno.
Il bambino, a sua volta, trova esattamente quello che si aspetta. Le previste figure di riferimento, i genitori, sono lì da subito. Soprattutto quella che, in quel momento almeno, più gli permette che lo accolga, lo scaldi, lo nutra. Lui sa quello che deve fare. Riprende un po' fiato, si ambienta, comincia a cercare il seno, lo trova, si attacca, succhia, si placa, si rilassa, si addormenta. Un sonno lungo, ristoratore, di chi sa che tutto è andato come dovuto, e non ha motivo di pensare che non sia così anche in futuro. Con la sua mamma al fianco questo posto nuovo non gli mette alcuna paura. Si sente di poterlo esplorare e conquistare pezzo per pezzo. Delusioni, rinunce, sofferenze: nessuna? Certo che ci saranno. Si sa com'è la vita. E uno che sbarca a questi lidi strizzato come uno straccio per pavimenti volete che non lo sappia? Ma un conto affrontarle da solo, senza certezze di affetto e protezione, un conto in compagnia di una fata buona capace di qualunque magia. Succede, è vero, che gli si possa dir di no. Ma lo fa con la dolcezza delle fate ed è tale il ricordo delle passate magie che è facile rassegnarsi e dimenticare. E dopo c'è tanto di buono da fare con lei che, una volta capito cosa si vuole da lui, sarà ben contento di adeguarsi ai suoi desideri. "Ad una così, come si fa a dir di no. C'è solo da guadagnarci: E come è interessante e piacevole imitare quello che fa!". Scopre presto che questo gli fa guadagnare sorrisi, coccole, apprezzamento, amore. Da buon opportunista conclude che fare quel che gli insegnano i suoi genitori conviene. Così ottieni di più, e di quello a cui rinuncia dopo poco non sente più la mancanza. Non abbandona certo i suoi doverosi tentativi per imporsi ai suoi onnipotenti protettori. E qualche volta, con sua grande soddisfazione, gli va anche bene. Ma se non la spunta, non perde tempo ad insistere, non ne vale la pena.
Questi due percorsi, del genitore e del bambino, non vi sembrino utopie. Sono assolutamente realizzabili a patti di rispettare le premesse. Non ne fate esperienza spesso, anche se mi auguro di sbagliare, proprio per la visione distorta dei rapporti intrafamiliari. Si può partire con le migliori intenzioni ma, se non si ha chiaro quali sono le fisiologiche, vitali esigenze di madre, padre e neonato, al primo inevitabile errore si rischia di prendere una china senza ritorno. Fare errori, chi più, chi meno, chi tanti è inevitabile. Farne è talmente umano che una famiglia che riferisse di non averne mai fatti, o racconta bugie, o è patologica. L'importante non è sbagliare, ma accorgersene per tempo e correggersi. Altrimenti da errore nasce errore e il successivo è sempre più grosso del precedente. Per questo avete bisogno di essere ben informati. Non perché genitori si diventa. In realtà genitori si nasce, esattamente quando si crea il bambino. Il problema sono tutti quegli invidiosi che vogliono complicarvi la vita.

4 commenti:

  1. Quanto è un grande quest'uomo!!! Lo rileggerei all'infinito quel libro!

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    1. Concordo! Io me lo tengo sotto mano e ogni tanto ne rileggo alcuni pezzi, come se fosse un "manualetto"

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  2. Ti scopro con questo bellissimo post e leggero' il libro. Piacere di conoscerti sono Mamma Piky

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    1. E io ti scopro con questo commento! Bellissimo il tuo blog (anzi, i tuoi blog...ma quanta energia hai??) :-) Verrò a farti visita, ogni tanto!!

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